Sunday, December 10, 2017

Matrimonio turco-austriaco in Stiria

C'è sempre una prima volta. Questo è stato il primo matrimonio cui ho assistito senza essere coinvolta come organista ma solo come invitata, da amica e collega della sposa. Ciò è avvenuto non al paese d'origine, ma in quello ospite, o meglio in Steiermark, con un tocco esotico dato dall'origine turca della sposa. L'evento ha fornito l'opportunità per una breve gita a cavallo del ponte dell'Immacolata tra monti innevati e deliziosi Dörfer a quasi 2h di auto da Vienna. La cerimonia civile si è svolta nell'iconico comune di Wenigzell, con alle spalle un tramonto da fiaba. Posto raggiunto in auto (con i mezzi pubblici sarebbe stato un incubo) grazie al passaggio offerto da il ragazzo austriaco di una collega greca, tornata apporta dal Regno Unito ove da poco ha iniziato un dottorato. La finestra della mia singola nel Gasthof a St. Jakob im Walde ove si è svolta la festa e dove abbiamo pernottato godeva di un panorama ameno dalla finestra. Decisamente località da visitare di nuovo, magari in primavera.

All'arrivo.
La parte burocratica e formale del matrimonio è stata molto meno fredda e distaccata di quanto mi fossi immaginata, grazie ad una rappresentante del Comune ed al piccolo intrattenimento musical-poetico organizzato dalla sorella dello sposo. La tradizione locale è stata rispettata nell'abbigliamento, con il dress code in stile Tracht. Con mia sorpresa tra le austriache dominava il nero, da noi impensabile ad un matrimonio. La sposa indossava un bellissimo Dirndl crema da matrimonio... su sandali con tacchi altissimi rosa shocking, per dare un tocco "esotico" alla combinazione. Sandali sulla cui suola tutte le ragazze nubili hanno scritto il proprio nome come augurio di trovar marito. La cena è stata tradizionalmente austriaca, dalla zuppa di zucca al cervo con mirtilli rossi, dai dolcetti alla cannella al gulasch servito dopo mezzanotte come digestivo. Ovviamente, come prescritto, dopo la cerimonia la sposa ha spostato il fiocco del grembiule da sinistra (single) a destra (sposata). I festeggiamenti sono continuati fino alle cinque di mattina con balli vari, tra ritmi mediorientali e disco. Il mattino seguente ognuno si è regolato a proprio comodo per la colazione, ma ci si è riuniti tutti nuovamente per salutare agli sposi e le rispettive famiglie prima di tornare a Vienna.

L'incontro tra due culture apparentemente così distanti, quella austriaca di paese e quella turca, è risultato quasi naturale. Un segno dei tempi che cambiano. Non c'è stata alcuna fusione, però, ognuno ha mantenuto le proprie tradizioni, adottando in parte anche quelle del partner. È stato bello vedere quanto aperto ed accogliente possa essere un paesetto sperduto tra i monti, se solo si mostra la disponibilità a rispettare il suo essere e la sua storia. Non si tratta di cambiare perdendo qualcosa di proprio, ma di crescere imparando usi nuovi. Quando gli Austriaci dei villaggi lo capiranno, smetteranno di farsi guidare la mano dalla paura nelle cabine elettorali.

Al mattino dopo.
Personalmente, più che il matrimonio, cerimonia che mi pesa per i trascorsi musicali, mi sono goduta il soggiorno in Stiria. Dal pomeriggio assolato tra boschi innevati, alla notte stellata come non si vede mai in città, all'alba rosata, al silenzio nel dì di festa tra i prati innevati, alle cappelline votive distribuite ovunque, all'odore di freddo, di stalla e di legno nella stufa, alle chiese barocche con cimitero attorno, caratteristica comune al panorama alpino austro-bavarese ove il tempo si è fermato. Pur essendo cresciuta in pianura, mi sono resa conto di essere "montanara" dentro, con la sveglia all'alba nel sangue. La gioia di salire per sentieri ghiacciati nel silenzio assoluto ed in totale solitudine in un mattino livido ha del sacro. Il frastuono della città con le mille luci e le centinaia di occasioni e d'interazione con gli altri rischia di farci perdere, oltre che di diventare un rifugio da noi stessi. Piuttosto che la solitudine tra la gente che si sperimenta nelle grosse comunità, preferisco la solitudine apparente dell'essere soli con i propri pensieri e la natura. Ovviamente chiudersi in un mondo simile sarebbe egualmente pericoloso. Ogni tanto, però, fa bene rinfrescarsi le idee e ritrovare se stessi in una pausa dalla travolgente quotidianità moderna.

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